Dante e l’Europa (Impero)

IMPERO, NON EUROPA

Dante non pensa all’Europa; pensa all’Impero …

Sarebbe anacronistico e fuorviante considerare Dante un europeista convinto per la sua difesa ad oltranza della visione mitica di Impero, come Istituzione, considerata da lui assolutamente necessaria per contrastare i mali del suo tempo, imperversanti e per lui quanto mai dannosi. Il “suo” Impero non è certo ciò che noi oggi possiamo considerare la “Comunità europea”, ancora tutta da costruire, ben oltre le strutture istituzionali che oggi funzionano con molta fatica. L’Impero che Dante vagheggia, soprattutto con la figura piuttosto scialba di Arrigo VII, non è affatto una comunità di popoli e di Stati, come oggi si sta cercando di creare, senza riuscire ancora a trovare una base comune. Anche l’Impero pensato da Dante non appare con una base condivisa; e proprio per questo ciò che si vorrebbe mettere in campo non riesce a costituirsi, e naturalmente non riesce neppure a durare nel tempo.

L’avventura tentata da Arrigo VII dura lo spazio di pochi anni: dalla morte di Alberto d’Asburgo, il 1 maggio 1308, alla morte dello stesso Arrigo VII, il 24 agosto 1313.

L’Istituzione imperiale nel XIII secolo

Certo, l’Istituzione imperiale c’era anche prima; ma, dai tempi della morte di Federico II di Svevia (1250), mancava una figura forte e coraggiosa di riferimento. E dopo la breve parentesi di Arrigo VII non ci sarà altro spazio se non per qualcosa di puramente nominale, con la progressiva germanizzazione di questa struttura, che voleva presentarsi come l’erede dell’Impero romano, già da tempo decaduto.

L’ammirazione che Dante nutre per l’Impero non è certo riposta in una forma istituzionale, come di fatto si presentava in quegli anni: essa appariva indubbiamente già superata; e si presentava come un ideale non più proponibile, anche perché l’ultimo erede, Federico II, l’aveva di fatto modificata radicalmente con una impostazione che gli derivava dalla educazione normanna ricevuta. Lo Svevo continuava, certo, a fregiarsi di quel titolo, e quindi a presentarsi come un’autorità al di sopra delle parti, come colui che avrebbe dovuto comporre gli attriti fra le nuove forze politiche ed economiche venute a galla. Ma lui stesso si era trovato a dover contrastare chi nel lungo periodo medievale aveva svolto di fatto un ruolo di supplenza, quando veniva a mancare l’autorità imperiale, e cioè il Papa; e aveva trovato sul suo cammino un vecchio Papa, Gregorio IX, dotato di notevole energia. Leggi tutto “Dante e l’Europa (Impero)”