CIPRIANO: UOMO DI PREGHIERA – IL PADRE NOSTRO

Ciò che prevale nella figura e nell’opera di Cipriano è la sua attività pastorale come vescovo, in un frangente altamente drammatico. È un momento particolarmente difficile per la persecuzione, che mira a colpire la gerarchia per avere i beni della Chiesa; e lo è ancora di più per la divisione nella Chiesa, a causa delle incomprensioni che si sono create circa l’atteggiamento da tenere nei confronti dei fedeli “scivolati” nell’apostasia durante le violenze usate per tentare di distoglierli dalla retta fede. Il vescovo si era dovuto rifugiare nel deserto per sottrarsi alla cattura, dando così una immagine di debolezza, che non gli apparteneva. Ma da qui, soprattutto con le sue numerose lettere, egli cercava di confortare e di stimolare in positivo, soprattutto per reagire alla tentazione di lasciarsi andare alla divisione e alla maldicenza. Il suo biografo, il diacono Ponzio, mette in risalto l’azione del vescovo dentro le situazioni dolorose e pericolose, in mezzo alle quali si deve riconoscere la sua fede indomita e soprattutto quel senso di pietà, che lo fa essere fedele a Dio e nel contempo misericordioso e benevolo nei confronti degli uomini, soprattutto se in condizioni di debolezza. Nelle linee biografiche in genere non si dà conto del lavoro di incoraggiamento e di assistenza in occasione di una pestilenza, in cui Ponzio lamenta la mancanza della pietà cristiana … Leggi tutto “CIPRIANO: UOMO DI PREGHIERA – IL PADRE NOSTRO”

CIPRIANO, IL GRANDE ORGANIZZATORE.

                                                  INTRODUZIONE

Ancora in Africa, ancora all’inizio del III secolo, ancora nel mondo cristiano

emerge una bella e forte personalità, che la fa essere figura di rilievo non solo per il territorio in cui vive ed opera. È più giovane del suo conterraneo Tertulliano, ma si presenta più equilibrato, e decisamente più stimato e seguito, rispetto all’apologista che fa parlare di sé per le prese di posizione che lo mandano sempre più alla deriva. Con Cipriano invece abbiamo un uomo a tutto tondo che, rivendicato orgogliosamente come una figura di spicco per i cristiani, non era da meno anche nell’ambito civile in cui si era segnalato per la sua cultura, ma soprattutto stimato come un uomo che avrebbe potuto occupare degnamente certe cariche, rifiutate quando venne chiamato nell’ambito della Chiesa a svolgere una funzione di rilievo. Se in poco tempo abbiamo le personalità più forti della cultura locale, già riconosciute e segnalate in Roma, vuol dire che l’Africa mediterranea acquisiva un rilievo notevole e diventava una fucina di intelletti, i quali contribuiscono alla sua crescita e al suo prestigio in tutto il Mediterraneo. La cultura latina prosegue grazie a questi personaggi; come pure lo stesso sistema politico si regge con il contributo di uomini nati in queste terre. Non si tratta affatto di figure provenienti dal mondo bar-barico, già in grande fermento e movimento alle porte dell’Impero, con la pressione di chi vuole entrare e occupare. L’Africa è parte integrante dell’Impero stesso, e la sua popolazione ne acquisisce la cittadinanza, mostrando così i benefici effetti di una cultura romana e latina che aveva preso piede anche fuori dell’Italia. Si deve aggiungere che il nascente Cristianesimo, proveniente dalla Giudea e attecchito un po’ ovunque, aveva trovato i suoi migliori sviluppi proprio in terra d’Africa. E se, per tradizione e convinzione, Roma era comunque la sede primaziale, per la successione petrina, per il sorgere e l’affermarsi di figure importanti, anche l’Africa dava il suo contributo, mostrando che il fenomeno religioso non riguardava più le fasce deboli ed emarginate della popolazione, ma sempre più figure di grande risalto che permettono al Cristianesimo di diventare una fucina di menti eccelse. Anche qui la Chiesa si sviluppa e si organizza e diventa un apparato di potere, sia perché affiorano figure di grande risalto culturale, sia perché emergono uomini di prestigio anche nel campo politico, grazie al fatto che a motivo dei possedimenti accumulati essi si impongono nel territorio. Leggi tutto “CIPRIANO, IL GRANDE ORGANIZZATORE.”

TERTULLIANO: IL GRANDE MORALISTA – OPERE SULLA CONDIZIONE FEMMINILE

INTRODUZIONE

I primi scrittori cristiani avevano come scopo principale della loro produzione la difesa del Cristianesimo stesso dagli attacchi di autori pagani, ma anche dai pregiudizi radicati nella gente, che si mostrava ostile, anche per una certa tendenza dei cristiani stessi a rimanere separati. Perciò le prime produzioni hanno un forte sapore apologetico, come è evidente anche nell’impegno di Tertulliano che, divenuto cristiano, mette a servizio della Chiesa la sua bravura stilistica e la sua abilità argomentativa nel cercare una difesa dignitosa del modo che hanno i cristiani di concepire e di vivere l’esistenza. Ma nella comunità cristiana si fa strada anche un problema di natura morale. L’etica era tendenzialmente vissuta in chiave apologetica, nel senso che i cristiani volevano affermare di essere più che mai alle prese con un vivere, e quindi con un comportamento, che avrebbe dovuto segnalare la loro diversità rispetto agli altri, anche in un contesto dove l’agire morale non era curato e propugnato, se non all’epoca di Augusto e anche in quel periodo con notevoli difficoltà. Se già a livello di uomini di governo la moralità lasciava a desiderare, ancora di più, non solo a Roma e nelle città, l’impegno per un programma di moralizzazione non veniva affatto seguito e sancito con disposizioni di leggi da far rispettare. I problemi di natura morale erano molteplici: la questione della ricchezza spropositata e dell’esibizione del lusso, a cui seguiva la corruzione, metteva in risalto disparità sociali; il ricorso alla violenza, propria di chi, volendo imporsi, si poteva far giustizia da sé, in un contesto di sostanziale impunità, generava meccanismi perversi; le esibizioni nei giochi del circo, facendo ricorso a duelli molto cruenti e selvaggi, eccitavano le peggiori pulsioni. Ovviamente la questione morale più delicata era considerata quella della sessualità e in essa quella della condizione femminile, in presenza di lupanari fiorenti un po’ ovunque e di giochi erotici esibiti, come pure di legami matrimoniali particolarmente leggeri e volubili. In questo ambito sarebbe stata opportuna una legge sul “decoro”, come ai primi tempi dell’Impero, anche se, pure in quel periodo, le cose non avevano preso la piega giusta nonostante la propaganda messa in campo e le condanne degli illeciti che coinvolgevano anche persone di alto rango. La situazione precipita ben presto in presenza di autorità molto deboli o esse stesse corrotte e dedite ad abusi e perversioni. Davanti ad un quadro degradato i cristiani si presentavano con la loro visione che privilegiava la castità, con il rischio di non intendere in maniera positiva le nozze. Leggi tutto “TERTULLIANO: IL GRANDE MORALISTA – OPERE SULLA CONDIZIONE FEMMINILE”